Mercoledì 8 Maggio 2024
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02/03/2017:
  Messaggi
    Gesù - Adorazione a Gesù Sacramentato
      Coraggio, figli miei!

09/03/2017:
  Messaggi
    Gesù - Adorazione a Gesù Sacramentato
      La vostra vita in Me

16/02/2017:
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    Gesù - Adorazione a Gesù Sacramentato
      Il grido della Giustizia

05/03/1944:
  Valtorta Maria
    L'Evangelo come mi è stato rivelato - Volume 01
      Volume 01 - Capitolo 017 - Pagine 100 – 109

25/01/2017:
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    Gesù - Adorazione a Gesù Sacramentato
      Si celebra il Male

13/01/2017:
  Messaggi
    Gesù - Adorazione a Gesù Sacramentato
      I peccati commessi con viltà

06/09/1944:
  Valtorta Maria
    L'Evangelo come mi è stato rivelato - Volume 01
      Volume 01 - Capitolo 015 - Pagine 094 – 096 - A conclusione del Prevangelo

29/01/1945:
  Valtorta Maria
    L'Evangelo come mi è stato rivelato - Volume 02
      Volume 02 - Capitolo 091 - Pagine 083 - 088 - Lezione ai Discepoli nell'uliveto presso Nazareth

28/01/1945:
  Valtorta Maria
    L'Evangelo come mi è stato rivelato - Volume 02
      Volume 02 - Capitolo 090 - Pagine 078 - 083 - L'arrivo dei Discepoli e Dei Pastori a Nazareth

27/01/1945:
  Valtorta Maria
    L'Evangelo come mi è stato rivelato - Volume 02
       Volume 02 - Capitolo 089 - Pagine 071 - 078 - Commiato da Giona

26/01/1945:
  Valtorta Maria
    L'Evangelo come mi è stato rivelato - Volume 02
      Volume 02 - Capitolo 088 - Pagine 066 - 071 - Visita al Pastore Giona

25/01/1945:
  Valtorta Maria
    L'Evangelo come mi è stato rivelato - Volume 02
      Volume 02 - Capitolo 087 - Pagine 063 - 066

03/12/2016:
  Messaggi
    Gesù - Adorazione a Gesù Sacramentato
      Roccia e sabbia

09/11/2016:
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    Gesù - Adorazione a Gesù Sacramentato
      Questo è ciò che piace al Signore

01/12/2016:
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    Gesù - Adorazione a Gesù Sacramentato
      I deserti di Gesù

24/01/1945:
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22/01/1945:
  Valtorta Maria
    L'Evangelo come mi è stato rivelato - Volume 02
      Volume 02 - Capitolo 085 - Pagine 052 - 058 - Con Simone Zelote al Tempio

21/01/1945:
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    L'Evangelo come mi è stato rivelato - Volume 02
      Volume 02 - Capitolo 084 - Pagine 046 - 052 - Incontro con Lazzaro a Betania

20/01/1945:
  Valtorta Maria
    L'Evangelo come mi è stato rivelato - Volume 02
      Volume 02 - Capitolo 083 - Pagine 040 - 046 - Gesù soffre a causa di giuda

19/01/1945:
  Valtorta Maria
    L'Evangelo come mi è stato rivelato - Volume 02
      Volume 02 - Capitolo 082 - Pagine 034 - 040 - A Gerico - Iscariota gioielli Aglae

18/01/1945:
  Valtorta Maria
    L'Evangelo come mi è stato rivelato - Volume 02
      Volume 02 - Capitolo 081 - Pagine 028 - 034 - Al guado del Giordano con Simeone - giovanni e Mattia

15/01/1945:
  Valtorta Maria
    L'Evangelo come mi è stato rivelato - Volume 02
      Volume 02 - Capitolo 079 - Pagine 011 - 017 - Andando dai Pastori

31/10/2016:
  Messaggi
    Gesù - Adorazione a Gesù Sacramentato
      Gesù ci consola

14/07/2016:
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    Piccole Luci - Catechesi
      Vangelo Secondo Giovanni - 6,16-21 - Gesù raggiunge i Discepoli, camminando sul mare.

17/01/1945:
  Valtorta Maria
    L'Evangelo come mi è stato rivelato - Volume 02
      Volume 02 - Capitolo 080 - Pagine 017 - 028 - Con tre Apostoli sul Monte del Digiuno

17/10/2016:
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    Gesù - Adorazione a Gesù Sacramentato
      Grande Avvertimento

24/07/1945:
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    L'Evangelo come mi è stato rivelato - Volume 04
      Volume 04 - Capitolo 228 - Pagine 014 - 018 - In barca verso Betsaida, dove Marziam viene affidato a Porfirea.

23/07/1945:
  Valtorta Maria
    L'Evangelo come mi è stato rivelato - Volume 04
      Volume 04 - Capitolo 227 - Pagine 013 - 014 - Un episodio incompiuto

22/07/1945:
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    L'Evangelo come mi è stato rivelato - Volume 04
      Volume 04 - Capitolo 226 - Pagine 011 - 013 - Un buon segno da Maria di Magdala - Morte del vecchio Ismaele.

07/09/1945:
  Valtorta Maria
    L'Evangelo come mi è stato rivelato - Volume 04
      Indice - Volume 04 - Capitoli Da 160 - A 225

News Volume 02 - Capitolo 089 - Pagine 071 - 078 - Commiato da Giona

Documento senza titolo

Maria VALTORTA


PRIMO ANNO DELLA VITA PUBBLICA DI GESÙ

Volume 02 - Capitolo 089 - Pagine 071 - 078

 

COMMIATO DA GIONA, CHE SIMONE ZELOTE PENSA

DI AFFRANCARE ARRIVO DI GESÙ A NAZARETH

 

 

27 Gennaio 1945

Appena, appena un baluginare di luce.
Sulla porta di una misera capanna, e dico così perché chiamarla casa è troppo onore, sono Gesù con i suoi e con Giona ed altri miseri contadini come lui
È l’ora del commiato.

“Non ti vedrò più, mio Signore?” – chiede Giona.

“Tu ci hai portato la luce bel cuore.
La tua Bontà ha fatto di queste giornate una festa che durerà per tutta la vita.
Ma Tu lo hai visto come siamo trattati.
Il giumento ha più cure di noi.
E la pianta è più umanamente trattata.
Essi sono denaro.
Noi siamo solo macine che diamo denaro.
E andiamo usati sinché uno muore per eccesso d'uso.

Ma le tue Parole sono state tante carezze d'ali.
Il pane ci è parso più abbondante e buono, poiché Tu, con noi, lo gustavi, questo pane che egli non dà ai suoi cani.
Torna a spezzarlo con noi, Signore.
Solo perché sei Tu, oso dire questo.
Per chiunque altro sarebbe offesa offrirTi un ricovero ed un cibo che sdegna il mendico.
Ma Tu …

“Ma Io trovo in essi un Profumo e un Sapore Celesti, perché vi è in essi Fede e Amore.
Verrò, Giona.
Verrò.
Resta al tuo posto, tu legato come animale alle stanghe.
Il tuo posto sia la tua scala di Giacobbe.
E invero dal Cielo, a te vanno e vengono gli Angeli, attenti a raccogliere tutti i tuoi meriti e portarli a Dio.
Ma Io verrò a te.
A sollevare il tuo Spirito.
RimaneteMi tutti fedeli.
Oh! Io vorrei darvi pace anche umana.
Ma non posso.

Vi devo dire:
soffrite ancora.
E ciò è triste per Uno che ama ...”.

“Signore, se Tu ci ami, non è più soffrire.
Prima non avevamo nessuno che ci amasse ...
Oh! Se potessi, io almeno, vedere tua Madre!”.

“Non ti angustiare.
Io te la condurrò.
Quando più dolce è la stagione, verrò con Lei.

Non incorrere in castighi disumani per fretta di vederLa.
SappiLa attendere come si attende il sorgere di una Stella, della prima Stella.
Ella ti apparirà d'improvviso, proprio come fa la Stella Vespertina, che ora non c'era e subito dopo palpita nel cielo.
E pensa che anche da ora Ella effonde i suoi doni d'Amore su te.

Addio, a voi tutti.
La mia pace vi sia tutela contro le durezze di chi vi angustia.

Addio, Giona.
Non piangere.
Hai atteso tanti anni, con Fede paziente.
Io ti prometto, ora, un'attesa ben breve.
Non piangere.
Non ti lascerò solo.
La tua bontà ha asciugato il mio pianto puerile.
Non basta la mia ad asciugare il tuo?”.

“Sì ... ma Tu vai ... ed io resto ...”.

“Amico, Giona, non farMi partire accasciato dal peso di non poterti sollevare ...”.

“Non piango, Signore ...
Ma come farò a vivere senza più vederTi, ora che so che sei vivo?”.

Gesù carezza ancora il vecchio disfatto e poi si stacca.
Ma, ritto sul limite della misera aia, apre le braccia benedicendo la campagna.
Poi si avvia.

“Che hai fatto, Maestro?” - chiede Simone, che ha notato l'insolito gesto.

“Ho messo un sigillo su tutte le cose.
Perché i Satana non possano, nuocendo ad esse, nuocere a quegli infelici.
Non potevo nulla di più ...”.

“Maestro ... andiamo avanti più svelti.
Ti vorrei dire una cosa che non fosse udita”.

Si staccano ancor più dal gruppo e Simone parla.

“Vorrei dirti che Lazzaro ha ordine di usare la somma per soccorrere tutti coloro che, in nome di Gesù, ad esso ricorrono.
Non potremmo affrancare Giona?
Quell'uomo è sfinito e non ha più che la gioia di averti.
Diamogliela.
La sua opera, lì, che vuoi che sia?
Libero, sarebbe il tuo Discepolo in questa pianura così bella e così desolata.

Qui i più ricchi in Israele hanno terre opime e le spremono con usura crudele, esigendo dai lavoratori il cento per uno.

Lo so da anni.
Qui poco potrai sostare, perché qui impera la Setta Farisaica e non credo Ti sarà mai amica.
I più infelici in Israele sono questi lavoratori oppressi e senza luce.
Tu l'hai udito, neppure per la Pasqua hanno pace e preghiera, mentre i duri padroni, con grandi gesti e studiate manifestazioni, si mettono in prima fila fra i fedeli.
Avranno almeno la gioia di sapere che Tu ci sei, di udire, ripetute da uno che non ne altererà uno iota, le tue Parole.
Se credi, Maestro, dà ordini, e Lazzaro farà”.

“Simone, Io avevo compreso perché tu ti spogliavi di tutto.
Non mi è ignoto il pensiero dell'uomo.
E ti ho amato anche per questo.
Facendo felice Giona, fai felice Gesù.
Oh! Come mi angustia vedere soffrire chi è buono!
La mia condizione di povero e spregiato dal Mondo non mi angustia che per questo.

Giuda, se mi udisse, direbbe:
“Ma non sei Tu il Verbo di Dio?
Ordina, e le pietre diverranno oro e pane per i miseri.
Ripeterebbe l'insidia di Satana.
Ben Io voglio sfamare le fami.
Ma non come Giuda vorrebbe.

Ancora siete troppo informi per capire la profondità di quanto dico.
Ma a te lo dico:
“Se Dio a tutto provvedesse, commetterebbe furto verso i suoi amici.
Li priverebbe della facoltà di essere misericordiosi e di ubbidire, perciò, al Comandamento d'Amore.
I miei amici devono avere questo Segno di Dio, in comune con Lui: la Santa Misericordia che è di opere e di parole.
E le infelicità altrui danno modo ai miei amici di esercitarla.
Hai compreso il pensiero?”.

“É profondo.
Lo medito.
E mi umilio, comprendendo quanto sono ottuso e quanto grande è Dio, che ci vuole con tutti i suoi attributi più dolci per dirci suoi figli.
Dio mi si svela, nella sua molteplice Perfezione, da ogni luce che Tu mi getti nel cuore.
Di giorno in giorno, come uno che procede in luogo sconosciuto, Io aumento la cognizione di questa immensa Cosa, che è la Perfezione, che ci vuole chiamare “figli”, e mi pare di salire come un'aquila o di immergermi come un pesce in due profondità, senza confine quali sono il cielo e il mare, e sempre più salgo e mi immergo, né mai tocco limite.

Ma che è, dunque, Dio?”.

“Dio è l'irraggiungibile Perfezione, Dio è la compiuta Bellezza, Dio è l'infinita Potenza, Dio è l'incomprensibile Essenza, Dio è l'insuperabile Bontà, Dio è l'indistruttibile Compassione, Dio è l'immisurabile Sapienza, Dio è l'Amore divenuto Dio.
É l'Amore! É l'Amore!

Tu dici che più conosci Dio nella sua Perfezione e più ti pare di salire o immergerti in due profondità senza confine, di azzurro senz'ombre ...
Ma, quando tu capirai cosa è l'Amore divenuto Dio, non salirai, non ti immergerai più nell'azzurro, ma in un gorgo incandescente di fiamme, e sarai aspirato verso una beatitudine che ti sarà morte e vita.

Dio Lo avrai, con completo possesso, quando, per la tua volontà, sarai riuscito a comprenderlo e a meritarlo.
Allora, ti fisserai nella sua Perfezione”.

“O Signore!” ... Simone è sopraffatto.

Si fa il silenzio.
La strada viene raggiunta.
Gesù sosta in attesa degli altri.

Quando il gruppo si riunisce, Levi si inginocchia:

“Dovrei lasciarti, Maestro.
Ma il tuo servo ti fa una preghiera.
Portami da tua Madre.
Costui è orfano come me.
Non negare a me ciò che a lui dai, perché veda un volto di madre ...”.

“Vieni.
Quanto in Nome di mia Madre si chiede, in Nome di mia Madre Io do” ...

Gesù è solo.
Cammina velocemente fra boschi di ulivi, carichi di ulivette già ben formate.
Il Sole, per quanto verso il tramonto, dardeggia oltre la cupola grigio-verde delle piante preziose e pacifiche, ma non buca l'intrico dei rami che con minuti occhiellini di luce.
La via maestra, invece, incassata fra due prode, è un nastro di polverosa incandescenza abbacinante.

Gesù procede e sorride.
Raggiunge un balzo ... e sorride ancor più vivamente.
Ecco là, Nazareth ... pare tremolare nel Sole, tanto l'incandescenza del Sole la stringe.

Gesù scende ancor più veloce.
Raggiunge la via, ora, senza curarsi del Sole.
Pare che voli, tanto va lesto, con il mantello, che si è messo a riparo sul capo, che si gonfia e palpita ai lati e dietro a Lui.

La via è deserta e silenziosa, sino alle prime case.
Lì, qualche voce di bimbo o di donna si sente venire dagli interni e dagli orti, che spenzolano sin sulla via le fronde dei loro alberi.

Gesù ne approfitta, di queste chiazze d'ombra, per sfuggire all'implacabile Sole.
Svolta per una stradetta che per metà è nell'ombra.
Lì vi sono donne che si affollano ad un pozzo fresco.

Lo salutano quasi tutte e con voci acute di ben tornato.

“La pace a voi tutte ...
Ma fate silenzio.
Voglio fare una sorpresa a mia Madre”.

“Sua cognata è andata via, ora, con una brocca fresca.
Ma deve tornare.
Sono rimaste senz'acqua.
La sorgiva è asciutta o si sperde nel suolo ardente, prima di giungere al tuo orto.
Non sappiamo.
Maria d'Alfeo lo diceva ora.
Eccola che viene”.

La madre di Giuda e Giacomo viene con un'anfora sul capo e una per mano.
Non vede subito Gesù e grida:

“Così faccio più presto.
Maria è tutta triste, perché i suoi fiori muoiono di sete.
Sono ancora quelli di Giuseppe e di Gesù, e le pare che le si strappi il cuore a vederli languire”.

“Ma ora che vede Me ...” - dice Gesù, apparendo da dietro il gruppo.

“Oh! Il mio Gesù! Te benedetto!
Lo vado a dire …”.

“No.
Vado Io.
Dammi le anfore”.

“La porta è solo accostata.
Maria è nell'orto.
Oh! Come sarà felice!
Parlava di Te anche stamane.
Ma con questo Sole!
Venire! Sei tutto sudato! Sei solo?”.


“No.
Con amici.
Ma sono venuto avanti.
Per vedere prima la Mamma.
E Giuda?”.

“A Cafarnao.
Vi va spesso ...”.
Maria non dice altro.
Ma sorride, mentre asciuga con il suo velo il volto bagnato di Gesù.
Le brocche sono pronte.
Gesù se ne carica due a bilico sulle spalle, usando la sua cintura, e l'altra la porta con la mano.

Va, svolta, giunge alla casa, spinge la porta, entra nella stanzetta che pare scura rispetto al gran Sole esterno, alza piano la tenda che fa riparo alla porta dell'orto, osserva.
Maria è ritta presso un rosaio, volgendo le spalle alla casa, e compassiona la pianta assetata. Gesù posa la brocca a terra, e il rame suona, battendo contro un sasso.

“Già qui, Maria?” - dice la Mamma, senza voltarsi.

“Vieni, vieni.
Guarda questo rosaio!
E questi poveri gigli.
Morranno tutti, se non li soccorriamo.
Porta anche delle cannucce per sorreggere questo stelo che cade”.
“Tutto ti porto, Mamma”.

Maria si volge di scatto.
Resta per un secondo ad occhi sbarrati, poi, con un grido, corre a braccia tese verso il Figlio, che ha già aperto le sue e l'attende con un sorriso tutto Amore.

“Oh! Figlio mio!”.

“Mamma! Cara!”.

L'espansione è lunga, soave, e Maria è tanto felice che non vede, non sente quanto sia accaldato Gesù.
Ma poi, si sovviene:

“Perché, Figlio, in tale ora?
Sei di porpora e sudi come una spugna.
Vieni, vieni dentro.
Che la Mamma ti asciughi e rinfreschi.
Ora, ti porto una veste nuova e sandali mondi.

Ma Figlio! Figlio!
Perché in giro con questo Sole?
Muoiono le piante per il calore e Tu, mio Fiore, vai in giro!”.

“Per venire prima da te, Mamma!”.

“Oh! caro!
Hai sete?
Certo l'hai.
Ora ti preparo ...”.
“Sì, del tuo bacio, Mamma.
Delle tue carezze.
Lasciami stare così, con il capo sulla tua spalla, come quando ero piccino ...
Oh! Mamma!
Come mi manchi!”.

“Ma dimmi di venire, Figlio, ed Io verrò.
Che ti è mancato per la mia assenza?
Cibo a Te gradito?
Vesti fresche?
Letto ben fatto?
Oh! Dimmelo, mia Gioia, che t'è mancato.
La tua serva, o Signor mio, cercherà di provvedere”.
“Nulla che tu non fossi ...”.

Gesù, che è rientrato, tenuto per mano dalla Mamma e che si è seduto sulla cassapanca presso la parete, avendo di fronte Maria che cinge con le braccia, stando con il capo contro il suo cuore e baciandoLa di tanto in tanto, ora la guarda fissa.

“Lascia che Io ti guardi.
Che mi empia la vista di te, Mamma mia Santa!”.
“Prima la veste.
E male stare così bagnato.
Vieni”.

Gesù ubbidisce.
Quando torna in una veste fresca, il colloquio riprende, soave.

“Sono venuto con Discepoli e amici.
Ma li ho lasciati nel bosco di Melca.
Verranno domani, all'Aurora.

Io ... non potevo più attendere.
La mia Mamma! …”
, e le bacia le mani.

“Maria di Alfeo si è ritirata per lasciarci soli.
Anche lei ha capito la mia sete di te.
Domani ... domani sarai tu dei miei amici ed Io dei Nazareni.
Ma questa sera tu sei l'Amica mia ed Io il tuo.
Ti ho portato ... oh! Mamma, ho trovato i Pastori di Betlemme.
E Ti ho portato due di essi: sono orfani e tu sei la Madre.
Di tutti. E più degli orfani
.

E ti ho portato anche uno che ha bisogno di Te, per vincere sé stesso.
E un altro che è un giusto e che ha pianto.
E poi Giovanni ...
E ti ho portato il ricordo di Elia, di Isacco, Tobia, ora Mattia, Giovanni e Simeone.
Giona è il più infelice.
Ti porterò a lui.
L'ho promesso.
Altri li cercherò ancora.
Samuele e Giuseppe sono nella pace di Dio”.
“Fosti a Betlemme?”.

“Sì, Mamma.
Vi ho portato i Discepoli che avevo meco.
E ti ho portato questi fioretti, nati fra le pietre della soglia”.
“Oh!”.

Maria prende gli steli disseccati e li bacia.

“E Anna?”.

“É morta nella strage di Erode”.

“Oh! misera! Ti amava tanto!”.

“I Betlemmiti hanno molto sofferto.
E non sono stati giusti con i Pastori.
Ma hanno molto sofferto …”

“Ma con Te furono buoni, allora!”.

“Sì.
Per questo vanno compatiti.
Satana è invidioso di quella loro bontà e li aizza al Male.
Sono stato anche a Ebron.
I Pastori, perseguitati ...
“Oh! fino a tanto?”.


«Sì.
Furono aiutati da Zaccaria, e per lui ebbero Padroni e pane, anche se duri Padroni.
Ma sono Anime di Giusti, e delle persecuzioni e delle ferite si sono fatti pietre di Santità.
Li ho radunati.
Ho guarito Isacco e ... e ho dato il mio Nome ad un piccino ...
A Jutta, dove Isacco languiva e da dove risorse, vi è ora un gruppo innocente che si chiama Maria, Giuseppe e Jesai ...”.

“Oh! Il tuo Nome!”.
“E il tuo, e quello del Giusto.
E a Keriot, Patria di un Discepolo, un fedele Israelita mi mori sul cuore.
Di gioia di avermi avuto ...
E poi ...
Qh! Quante cose ho da dirti, mia perfetta Amica,
Madre soave!
Ma per prima, Io te ne prego, chiedo da te tanta pietà per quelli che verranno domani.

Ascolta: mi amano ... ma non sono perfetti.
Tu, Maestra di virtù ...
Oh! Madre, aiutami a farli buoni ...
Io li vorrei tutti salvare ...”.

Gesù è scivolato ai piedi di Maria.
Ora, Lei appare nella sua Maestà di Madre.

“Figlio mio!
Che vuoi che faccia la tua povera Mamma più di Te?”.

“Santificarli ...
La tua Virtù santifica.
Te li ho portati apposta.
Mamma ... un giorno Ti dirò:
“Vieni”, perché, allora, sarà urgente santificare gli Spiriti, perché Io trovi in loro volontà di Redenzione.
E Io solo non potrò ...
Il tuo silenzio sarà attivo come la mia parola.
La tua Purezza aiuterà la mia potenza.
La tua presenza terrà indietro Satana ... e tuo Figlio, Mamma, troverà forza nel saperTi vicina.
Verrai, non è vero, mia dolce Madre?”.

“Gesù! Caro Figlio!
Non ti sento felice ...
Che hai, Creatura del mio cuore?
Fu duro con Te il Mondo?

No?
Mi è sollievo crederlo ... ma ...
Oh! Sì.
Verrò. Dove Tu vuoi.
Come Tu vuoi.
Quando Tu vuoi.
Anche ora, sotto al Sole, sotto le Stelle come nel gelo e fra i piovaschi.
Mi vuoi?
Eccomi”.

“No. Ora no.
Ma un giorno ...
Come è dolce la casa!
E la tua carezza!
Lasciami dormire così, con il capo sui tuoi ginocchi.
Sono tanto stanco! Sono sempre il tuo Figliolino …”


E Gesù, realmente si addormenta, stanco e spossato, seduto sulla stuoia, con il capo in grembo alla Madre, che Lo carezza sui capelli, beata.